Qualcosa sfugge e si nasconde
velo opaco che ricopre i tetti
delirio di certezze
nell’eroicità apparente del punto di vista
che trasforma il carnefice in una vittima
nell’ottuso bisogno di semplificazione
abbeverarsi a pozzi avvelenati
per poter di notte uscire
bava alla bocca e mazze ferrate
ubriachi di paura, figli dell’indifferenza
spingere sui treni nuovi neri deportati
innalzare vecchi padroni su poltrone di ossa e sassi
orda primitiva annegata
nello schermo al plasma
sangue della nostra inconsistenza
cose tra le cose
inebetiti dal silenzio nell’impalpabile disfatta.
Dove l’argine
a questo lento tracimare
di cadaveri e fango?
Ascoltare il suono sordo
delle piccole crepe nei muri…
spingere l ‟occhio oltre
i cocci rotti della nostra distrazione
nel nascosto retro delle cose
riemergere.