L’infinito compito di cui parla il titolo di questo viaggio poetico di Gianni Salis è quello che ogni uomo si trova a dovere affrontare in quanto uomo: è l’infinito compito di esistere. Ma l’esistere assume il suo pieno significato solo attraverso le stazioni nelle quali il poeta ci accompagna e ci invita a sostare: luoghi concreti, certo; ma anche volti, dolori, voci che lo trapassano e feriscono, che infine lo abita no e disegnano il cuore stesso del suo io. L’esistere diviene dunque un consistere, la ricerca di una vita profonda e vera che non si può compiere se non in relazione con quanto ci circonda. [...] La ricerca di Salis è segnata dalla coscienza della propria inadeguatezza a fare fronte al suo compito di uomo e di poeta ed è però sempre animata da una specie di candore che viene sopraffatto e vinto da una realtà che continua la sua traiettoria quasi sorda al grido, al desiderio di un destino buono per sé e per le cose che il poeta avverte. (Dalla Prefazione di Corrado Bagnoli)
 
 
L'Autore:
 
Gianni Salis è musicologo e insegnante di musica nella scuola secondaria di primo grado a Milano. Dopo il diploma in piano forte al Conservatorio di Cagliari, si dedica a studi musicologici, laureandosi presso l’Università Statale di Milano e poi conseguen do un dottorato di ricerca presso l’Università di Bologna. In ambito musicologico le sue principali pubblicazioni si sono indirizzate ai rapporti tra poesia, teatro e musica nel primo Novecento e alla musica sacra del tardo Cinquecento. Per l’editore Consonarte ha pubblicato varie edizioni di liriche per canto e pianoforte. In poesia ha pubblicato la silloge A santificare l’asfalto (Subway edizioni, 2013, a cura di Davide Rondoni) e d’artista: La traiettoria delle corse (Il ragazzo innocuo, 2016, a cura e con nota di Elisabetta Motta); Canto della metropolitana (Fiori di torchio, 2021, a cura e con la prefazione di Corrado Bagnoli); La rosa bianca (In memoria di Sophie Scholl), ne Quaderni del roseto 3 (Il ragazzo innocuo, 2024).