Con questo volume, E quindi ci vediamo a un’ora qualunque, Alessandro Quattrone ritorna ai dialoghi teatrali che già costituivano il contenuto del suo libro precedente (A me non sembra di dover morire), apparso in questa stessa collana. Non c’è salto di continuità fra le due raccolte, ma piuttosto un approfondimento del discorso. Qual è questo discorso, e in che consiste il suo approfondimento? Quattrone elabora un tipo di scrittura che si potrebbe definire surrealismo light – e forse la maggior parte di ciò che di surrealistico si può trovare nella letteratura italiana moderna e contemporanea è light; con la maggiore eccezione per quella forte, e ancora non completamente compresa, alternativa al surrealismo che è il futurismo. Ma ciò non significa che la storia di questa vena surrealistica italiana non sia ricca e complessa. Infatti, senza scomodare la letteratura medioevale e rinascimentale, mi sento di indicare come genealogia ultima del “metodo Quattrone” (fatte salve le debite proporzioni) le Operette morali di Giacomo Leopardi. (Dalla Postfazione di Paolo Valesio)
L'Autore:
Alessandro Quattrone è nato a Reggio Calabria nel 1958. Vive a Como. A partire dal 1984 ha pubblicato diversi volumi di poesia, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Internazionale E. Montale nel 1994. Tra i titoli più recenti ricordiamo Prove di lontananza (Book Editore, 2013), L’ombra di chi passa (puntoacapo editrice, 2015), La gentilezza dell’acero (Passigli ed., 2018) e La rondine presente (Passigli ed., 2020). Per le edizioni Demetra ha tradotto diversi volumi di classici, tra i quali E. Dickinson, A. Rimbaud, P. Verlaine, E. L. Masters, E. A. Poe, S.T. Coleridge, W. Whitman e Ovidio. Ha pubblicato inoltre articoli letterari e recensioni su riviste culturali (anche online) e quotidiani, il romanzo Ai bordi del diluvio (Moretti e Vitali ed., 2002) e, per il teatro, A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali (puntoacapo, 2018)
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€15.00Prezzo
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