Verticale e razionale, elegante e naturale, visionaria e, suo malgrado, sempre sorprendente per mitezza, la poesia di Nadia Mogini affronta i sentieri e i luoghi etici, morali, fisici e memoriali, dell’Umbrietà come dimensione dello spirito: “La parola, n dialetto, / è l zzòno de la cosa / che prima d’èsse idea / scappa da drénto e vola”, “La parola, in dialetto, / è il suono della cosa che prima d’essere idea / scappa da dentro e vola”. Coniugando la levità penniana del ‘suono della cosa’ con una acuta percezione pasoliniana e leopardiana del mondo o del ‘sogno di una cosa’, l’autrice attraversa (o sarebbe più legittimo ipotizzare, come suggerisce sapientemente Walter Cremonte in Prefazione, che sia attraversata?) da tutto il vento di religio e di passioni dell’originaria couche linguistica perugina o umbra tout court. Lingua e luoghi pervasi da figure esemplari, marginali e straordinarie come “santi scorbutici e schivi”. Poesie e parole come germogli d’alloro, che conservano, in nuce e per sempre, l’autenticità della vita e della poesia. (Dalla Nota di Manuel Cohen)
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€15.00Prezzo
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