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Il “piacevole stordimento” che l’etimologia assegna alla parola ebbrezza, centrale nel titolo della quarta silloge di Emanuela Dalla Libera, deve essere inteso come la cifra della giovinezza e del suo paradosso, magnificamente reso con l’ossimoro del “tempo che correva lento, mi pareva”, appena dopo la stagione dell’infanzia, in cui “Per noi / sempre una notte di stelle accese nutriva / in seno l’universo”. A confortare questa possibile interpretazione, i versi iniziali di uno dei tanti componimenti in cui l’Autrice chiama
il lettore pudicamente dentro un vissuto reso universale dal
ricorso alla contrapposizione, frequente nella raccolta, di
terra e mare: “Ebbra, ho vissuto troppo in fretta, / troppo mi
ha carpita la voluttà del mare / nel fragore di orizzonti sulla
terra / da scoprire”. Il mare come slancio vitale da assecondare incuranti di ogni dovere di prudenza, la terra come
l’esistenza di molteplici orizzonti da scoprire senza lasciarsi
stordire dal loro fragore.

(Dalla Prefazione di Rita Imperatori)

 

 

Nata a Vicenza, laureata in Lettere e Filosofia all’Università di Padova, ha insegnato negli istituti superiori. Da alcuni anni risiede principalmente in Maremma Toscana dove ha iniziato a dedicarsi alla poesia. Ha al suo attivo tre raccolte poetiche: Lo sguardo altrove e Sedimentare il tempo, entrambe edite da Gilgamesh, e Infinito andare edita da Il Convivio. Tutte le raccolte hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, così come singoli
testi in numerosi concorsi. Fa parte di associazioni culturali e poetiche.

Le stagioni dell'ebbrezza - Emanuela Della Libera

€12.00Prezzo
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