C’è una qualità che balza agli occhi non appena si legge con la dovuta attenzione la poesia di Andrea Moser: una poesia affabile, trasparente come “la superficie dell’acqua dei giorni / senza vento” (Amleto, p. 69), ma profonda come i laghi della sua Svizzera. Sto parlando della capacità del poeta di evocare in modo vivido soprattutto le scene della gioventù, rivissute nella memoria che le ammanta di un velo di magia e di un alone nostalgico, ma anche dell’inquietudine tipica delle fiabe. E come tutte le fiabe, in modo del tutto naturale, l’inconscio emerge e preme sul conscio, crea un alone di mistero, agita la superficie mescolando gioie e dolori, inquietudini e paure [. . .] In Moser troviamo ricchezza e profondità di riflessione, capacità di concepire una raccolta con coerenza e coesione, il tutto trasfuso nel “pensiero poetico” della pietas attraverso vividi exempla, piuttosto che tramite aride e astratti “ragionamenti in versi”, in un discorso sempre piano, scevro di sentimentalismo e che tende alla totale trasparenza nel rapporto tra significante e significato. (Dalla Prefazione di Mauro Ferrari)
L'Autore:
Andrea Moser, nato nel 1969 a Lugano, si è laureato in Lettere moderne a Pavia con una tesi sulla poesia di Giorgio Orelli. Da diversi anni insegna italiano presso la Scuola cantonale di commercio di Bellinzona.
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