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Q ualche anno fa è uscita l’antologia dei poeti italiani in dialetto L’Italia a pezzi1: ecco, quello che presento in queste pagine è solo un “pezzo” d’Italia perché la mia ricognizione concerne, abbastanza casualmente, alcune realtà regionali settentrionali, che appartengono all’area linguistica dei dialetti gallo-italici (piemontese e romagnolo) o all’area francoprovenzale (patois valdostano) o a quella ladina (friulano), e non certo per idiosincrasia nei confronti delle lingue e della poesia centro-meridionali della nostra Penisola . . . In particolare mi sono lungamente interessato nel corso degli anni soprattutto di poesia in patois valdostano4, di quella in piemontese5, di quella in friulano6 e di quella in romagnolo7. O forse la casualità è solo apparente perché, in realtà, stretto è il nesso tra biografia e critica: mi sono reso conto infatti, a posteriori, che l’interesse per quelle lingue e per quelle poesie è nato a stretto contatto con quei terroir locali dove ho vissuto e dove vivo, essendo io nato in Friuli, dove ancora ritorno ogni estate, ed essendo emigrato – prima – in Valle d’Aosta, ove ho trascorso l’infanzia e la giovinezza, e – poi – in Piemonte per ragioni di studio e di lavoro. (Dall’Introduzione dell’Autore)

 

L'Autore:

Giuseppe Zoppelli (1958) vive e insegna a Torino. La sua attività letteraria segue tre direzioni: la storia e la critica della letteratura dialettale e della poesia in lingua contemporanea, la riflessione metacritica, la produzione lirica. Ultime pubblicazioni: Oru puor. L’ultima poesia in friulano (Campanotto Editore, Udine 2014), Utopia della poesia. Le parole sepolte (puntoacapo Editrice, Pasturana 2015), Una stretta di mano. Lirica e nuova soggettività (ivi 2018) e la raccolta poetica In vivavoce (Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina 2013).

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