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Partendo da quello che de finisce “un continuo smontaggio e rimontaggio dei testi”, Franco Romanò ripercorre la biografia di Walter Ben jamin, “magmatica e antiaccademica per definizione”, focalizzandosi su “un nucleo di continuità del suo pensiero, che molti contemporanei non seppero vedere”. Ne esce un ritratto concreto e vivo, ma soprattutto un’analisi illuminante del pensiero di uno dei più importanti filo sofi del Novecento.

 

 

L'Autore:

 

Franco Romanò vive fra Milano, l’appennino piacentino e la Lunigiana. Nel 1995 pubblica Le radici immaginare (Campanotto, Pasian del Prato), nel 2008 L’epoca e i giorni, (Viennepierre, Milano), recensito sulla rivista italo-statunitense Gradiva da Luigi Fontanella. Sulla stessa rivista, Alessandro Carrera gli ha dedicato un saggio che prende in considerazione l’insieme della sua opera poetica e narrativa. Nel 2001 un saggio sulla poesia di Eliot è pubblicato sull’Annuario di Poesia Crocetti. Saggi critici sono presenti anche sulle riviste Il segnale, Testuale, La clessidra, Smerilliana e sulla rivista online Overleft. Nel 2009 fonda con Paolo Rabissi il blog diepicanuova. Nel 2011 un suo saggio sul poeta statunitense Wallace Stevens dal titolo Between a dish of fruit and a comet è stato presentato al convegno annuale presso l’università di Louiseville. Nel 2017 pubblica il libro Veglia Europa (Plumelia), recensito da Franco Sepe. Sempre del 2024, curato con Paolo Rabissi, è il libro Di Epica Nuova, laboratorio di poesia critica (Youcanprint). Nel 2022 ha fondato il blog www.francoromano.it, sul quale pubblica saggi di cultura, politica e critica letteraria.

 

 

Walter Benjamin fra modernità, ebraismo e comunismo

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