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Con l’evidenza di un inoppugnabile documento di poesia, i testi qui riuniti, che offrono l’intero corpus di Gal in franco-provenzale valdostano, assicurano al poeta di Gressan un posto di rilievo nell’odierno panorama neodialettale. Ne fanno anzi il più autorevole erede della Martinet, che localmente aveva dominato la scena del primo Novecento e che costituisce l’unico punto di riferimento per Gal. Anche a una lettura affrettata appare infatti evidente la lontananza di questi versi da quella squadrata, solida poesia del terroir, che in Val d’Aosta reca il nome dell’abate Cerlogne. Quell’antica, rustica salute 
popolare, che in Friuli è testimoniata da Zorutti e in Abruzzo da De Titta, ha lasciato il posto a una psicologia modernamente turbata, fermentante, percorsa da una febbrile inquietudine vitalistica. L’autorappresentazione di Gal è quella di «l’andze eumpeur» («l’angelo impuro»). C’è qualcosa di pasoliniano nella sua operazione: una sensualità bruciante e vulnerata, affidata a un lessico inconfondibile (carne, cuore, ferita, fuoco, felicità, bellezza, ecc.), che si accampa per contrasto sullo sfondo di un mondo linguisticamente e culturalmente arcaico, cui Gal ha più volte consacrato le proprie fatiche di studioso della storia locale. Ma, se in Pasolini il fondale teneva ancora, quello di Gal è investito da una distruzione, che peraltro riflette abbondantemente quella consumatasi nella realtà sociale e culturale della Val d’Aosta di oggi, in cui il 
poeta vive. Restano pochi tratti, una punta di colore, qualche traballante coordinata geografica e paesaggistica, vecchie parole dimenticate, provenienti dal lessico dei lavori agricoli, ma al centro si è installato l’io, un io absolument moderne, sopravvissuto, postumo e tenacemente aggrappato alla vita, che anche lei, perfetto doppio di quel mondo perduto, rischia ogni giorno di essere sempre più postuma a se stessa.

(Dalla Prefazione di Franco Brevini)

 

 

L'Autore:

 

Marco Gal è nato nel 1940 a Gressan (AO). La sua prima raccolta di versi in lingua italiana è Canti di ricerca, del 1965 (Aosta, Tipografia Marguerettaz), seguita da Felicità media (Aosta, Tipografia Marguerettaz di Musumeci, 1980). Del 1991 è la raccolta in francoprovenzale Ëcolie (Quart, Musumeci, con Préface di A. Bétemps e postfazione di M. Consolati), in cui ogni poesia è presentata con una trasposizione in francese e in italiano. 
Una seconda raccolta di poesie in francoprovenzale valdostano, A l’ençon, sempre con trasposizione dei testi in francese e in italiano, esce nel 1998 (Aosta, Imprimerie Valdôtaine, con prefazione di F. Brevini), una terza, Messaille, nel 2002 (Aosta, Stylos, con postfazione di G. Tesio) e una quarta, A l’aberdjà, nel 2007 (Quart, Musumeci, con prefazione di G. Zoppelli). Come saggista ha all’attivo studi di cultura storica-etnografica e antologie letterarie: nel 1987, La poesia in Valle d’Aosta (con G. Zoppelli e M. Consolati, Forlì, Forum/Quinta Generazione), nella quale sono riuniti i poeti valdostani più rappresentativi in italiano, in francese e in patois; e, con Giuseppe Zoppelli, le antologie Poesie in patois valdostano. Antologia dei poeti franco-provenzali (Aosta, Stylos, 2001) e La prosa narrativa in patois valdostano, storia, autori, testi (Quart, Musumeci, 2005)

Sèison de poésia. Poesie 1984-2012 - Marco Gal

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