Quella di Stefano Re è poesia che nasce da una lontananza, o meglio un abbandono, e si sviluppa come agonico tentativo di riflessione che afferri la complessità della vita. Ricchi di connotazioni personali, come una sorta di diario interiore innervato
di dettagli e memorie urticanti, questi versi liricamente sommessi ma dotati di accesa vitalità travalicano tuttavia la dimensione personale per testimoniare l’esigenza di una spiritualità schiettamente religiosa: rivolgendosi al Tu lontano ma sempre
concretissimo che rappresenta la ferita inaugurale e
che è disperatamente convocato nella dimensione
continua del dialogo lirico, il poeta va infatti in cerca della “verità che giace / tra le pieghe dell’istinto”: una esplicita fede religiosa che montalianamente si manifesta nei varchi e nelle minime
occasioni, ma che non si offre mai come facile soluzione agli uomini, “gettati nella vita / come si getta un fiore” (p. 28).Mauro Ferrari
L'Autore:
Stefano Re nasce a Milano nel 1972.
Nel 2011 ha pubblicato Per una Siloe privata, una silloge poetica presentata nel programma Fahrenheit su Radio Rai3. Suoi testi teatrali sono stati rappresentati presso le Abbazie di Morimondo e Chiaravalle, e a Pavia con il patrocinio del Comune.
Oltre alla poesia, scrive romanzi e filastrocche per ragazzi. Suoi il giallo Quale mistero in quel palazzo e la raccolta Filastrocche Arlecchine. È in uscita un romanzo sulla poesia, dal titolo Ti sistemo per le rime con l’Editore La Strada per Babilonia.
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€12.00Prezzo
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