Sono spazi stretti quelli in cui la poesia di Francesca Perlini si muove, quelli dove ci obbliga ad entrare. Ci sono luci intermittenti e bianco alle pareti. I corridoi abbandonati, il rimbombo ossessivo delle gocce che cadono dai rubinetti nelle grandi latrine comuni. È come fare l’elettroshock allo sguardo, come posare lo stetoscopio
sui muri, e ascoltare.
Poi tradurre i suoni. Ciò che ne esce è una partitura fatta di spigoli vivi. Le parole sono pesanti. Da toccare. Taglienti. Colpi diretti allo stomaco. La potenza è devastante. Arriva, è suono, testimonianza dal di dentro, sguardo di sguardi.
E poi ci sono i corpi degli scomparsi, ne sentiamo la tensione forte, la presenza nelle voci assenti, l’ombra evanescente che attraversa le stanze, che si muove in controluce, dentro ai camicioni come corpo che nessuno vede, rasentando il muro, diventando quel muro.(Dalla Prefazione di Fabrizio Lombardo)
Francesca Perlini (1969) vive a San Costanzo e lavora come
libraia. Prima di partire (Sigismundus, Ascoli Piceno 2013) è la
sua raccolta poetica d’esordio. Nel 2015 pubblica per Arcipelago Itaca Dire casa. Suoi versi compaiono nell’Antologia Ambrosia del Premio “EXPO 2015” (La Vita Felice, Milano 2015) e
nell’Antologia del Premio letterario “Poesia Onesta” 2017
(Versante, 2017). Per Oèdipus edizioni, Napoli, esce nel 2021
Tradurre il muro.
Presta il corpo ai propri versi nelle performance che rappresenta e in installazioni collettive: Lo strascico (2014), L’amore non s’immagina, si abbandona (2014), Abitare l’attesa (2015), TRANSITUS, io sono natura (2017), Voci dall’invisibile dal 2017.
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€12.00Prezzo
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